10 Januar 2024
Sempre preziose per la nostra rubrica Pagine di Storia sono le pagine de La Voce di Alpignano. Precisamente nel numero di maggio del 1959 troviamo un interessante articolo a firma G. Bertoli dal titolo I forni comunali per le cotte del pane. In via Roma si trovava l'antica sede del forno detto di S. Sebastiano, eccone una breve storia:
Era ad un solo piano, non aveva soffitto, solo un tetto di tegole appoggiato sui muri perimetrali: non aveva pavimento, ma solo terra battuta.
[…] In questo forno e in quell'altro situato fra il campanile e la portineria del castello i particolari alpignanesi portavano le loro farine per la panificazione, fin dai tempi più antichi, con una sola differenza: in passato quei forni costituivano parte di quella “bannalità” o meglio diritto del Signore del luogo.
Egli solo, infatti, aveva diritto di tenere i forni per la cottura del pane ed a lui doveva essere pagato il prezzo della cottura.
[…] A questo feudale sistema di aggiudicazione di potere e di diritti, diede un colpo decisamente mortale l'occupazione francese del 1798.
[…] I forni vennero così in possesso della comunità che provvede alla loro gestione dandoli in affitto a quelle persone che offrivano un maggior canone annuo.
[…] Per il forno di S. Sebastiano, il prezzo base si aggirava sulle 15 lire annue, mentre quello a destra della Dora, saliva fino a 20 lire. La differenza del prezzo non era però costituita dalla differenza del lavoro, ossia del quantitativo di farine portate alla panificazione, perché anzi il lavoro e quindi il guadagno era superiore nel forno di S. Sebastiano, ma bensì nelle condizioni precarie in cui si trovava quel fabbricato.
Nel 1827 però, il forno rischiò di rimanere chiuso perché nessuno voleva affittarlo e d'altra parte, caduti i diritti feudali, ogni cittadino avrebbe avuto diritto di aprire un forno per conto suo. Fu necessario perciò da parte del Comune, di correre ai ripari, per non perdere quella entrata e si deliberò quindi di restaurare il forno di S. Sebastiano.
[…] Dopo quei lavori il canone di affitto che il locatario Giovanni Martignone, pagava in ragione di 16 lire all'anno fu portato a lire 45, con soddisfazione, sia del Martignone che del Comune rappresentato in quel tempo dal sindaco avv. Revelli e dai consiglieri Nicolao Clara, Michele Coda, Giovanni Lazzero, Giuseppe Sitli e Bernardi Martino.
Una saluto a tutti.
Biblioteca di Alpignano
Era ad un solo piano, non aveva soffitto, solo un tetto di tegole appoggiato sui muri perimetrali: non aveva pavimento, ma solo terra battuta.
[…] In questo forno e in quell'altro situato fra il campanile e la portineria del castello i particolari alpignanesi portavano le loro farine per la panificazione, fin dai tempi più antichi, con una sola differenza: in passato quei forni costituivano parte di quella “bannalità” o meglio diritto del Signore del luogo.
Egli solo, infatti, aveva diritto di tenere i forni per la cottura del pane ed a lui doveva essere pagato il prezzo della cottura.
[…] A questo feudale sistema di aggiudicazione di potere e di diritti, diede un colpo decisamente mortale l'occupazione francese del 1798.
[…] I forni vennero così in possesso della comunità che provvede alla loro gestione dandoli in affitto a quelle persone che offrivano un maggior canone annuo.
[…] Per il forno di S. Sebastiano, il prezzo base si aggirava sulle 15 lire annue, mentre quello a destra della Dora, saliva fino a 20 lire. La differenza del prezzo non era però costituita dalla differenza del lavoro, ossia del quantitativo di farine portate alla panificazione, perché anzi il lavoro e quindi il guadagno era superiore nel forno di S. Sebastiano, ma bensì nelle condizioni precarie in cui si trovava quel fabbricato.
Nel 1827 però, il forno rischiò di rimanere chiuso perché nessuno voleva affittarlo e d'altra parte, caduti i diritti feudali, ogni cittadino avrebbe avuto diritto di aprire un forno per conto suo. Fu necessario perciò da parte del Comune, di correre ai ripari, per non perdere quella entrata e si deliberò quindi di restaurare il forno di S. Sebastiano.
[…] Dopo quei lavori il canone di affitto che il locatario Giovanni Martignone, pagava in ragione di 16 lire all'anno fu portato a lire 45, con soddisfazione, sia del Martignone che del Comune rappresentato in quel tempo dal sindaco avv. Revelli e dai consiglieri Nicolao Clara, Michele Coda, Giovanni Lazzero, Giuseppe Sitli e Bernardi Martino.
Una saluto a tutti.
Biblioteca di Alpignano
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