9 marzo 2022
Venti di guerra sferzano l'Europa in questi giorni e pare incredibile. Immagini come quelle che vediamo in televisione ci sembrano quasi irreali, a pochi passi da casa. Nel passato la guerra era spesso la quotidianità anche nella nostra cittadina, vogliamo augurarci che tali vicende restino per sempre un lontano ricordo, rievocato ormai solo con approccio storico come ad esempio nell'articolo Guerra franco-piemontese ed Alpignano retrovia del fronte a firma G. Bertoli comparso su La voce di Alpignano nel numero di marzo 1956:
L'inizio dell'anno 1628 trova i poveri contadini alpignanesi ed i sindaci in modo particolare, alle prese con gli impegni verso la Casa ducale che li costringe a provvedere agli alloggiamenti delle truppe dirette verso l'alta valle di Susa impegnate in una ennesima guerra contro la Francia.
Il giorno 15 gennaio giungono da Ivrea due compagnie del Reggimento del Conte della Trinità. L'ordine del Comandante di guerra S.A. impone la fornitura di “utensili grossi e minuti, il fuoco comune, alloggio agli ufficiali e stalle per i cavalli”. In tale occasione, i soldati vennero suddivisi in 89 famiglie ed il 22, cinque contadini dovettero accompagnare le truppe nella tappa successiva con i loro carri per il trasporto del bagaglio pesante.
Gli alloggiamenti si susseguirono in quell'anno con sbalorditiva frequenza a volte per soli due o tre giorni a volte per periodi più lunghi e questo crea evidentemente un peso non indifferente per le famiglie costrette a provvedere a quanto occorre alle truppe. Si susseguono compagnie di cavalleria, fanti e granatieri, dall'8 all'11 giugno. Oltre ad un forte numero di soldati, si dovette provvedere all'alloggio di un “coronello” col suo seguito o col suo stato maggiore, si direbbe oggi e questo seguito era costituito da tre “gentili homini”, due camerieri, quattro staffieri, quattro palafrenieri ed un “cusinaro”.
[…] La compagnia del cap. Barbazza dovette essere spesata di una “cenata e una disnata” e tutto quanto provvisto, andava ad accumularsi ad un elenco di spese che, rimborsato nel limite del possibile dalla Comunità avrebbe dovuto essere risarcito dalle casse della Casa Ducale ma che invece, stando alle suppliche ripetute da parte di quest'ultima, bisogna dedurre che esse non avvenivano affatto.
[…] Il 9 marzo [1630] giungono 4 compagnie del Reggimento Chianale che vi si stabiliscono fino al 16 gravando notevolmente sui particolari alpignanesi che, solo in pane, fornirono ben 4532 razioni.
Il fronte era ancora andato arretrando, anche Avigliana era stata occupata dai francesi, che il 19 marzo avevano tentato con un colpo di mano di catturare il Duca Carlo Emanuele che col figlio Vittorio Amedeo si trovava in Rivoli. Gli eventi precipitavano, il nostro paese, da centro di retrovia, divenne paese conteso e, per arginare l'occupazione degli invasori che erano scesi lungo la sponda destra della Dora, costrinse il comando piemontese ad interrompere con una mina il nostro ponte sulla Dora. Il paese rimase così per metà in mano francese e metà in mano ai piemontesi che attestati nelle sponde del fiume cercarono di impedire l'investimento della città di Torino anche a nord-ovest.
Una saluto a tutti.
Biblioteca di Alpignano
L'inizio dell'anno 1628 trova i poveri contadini alpignanesi ed i sindaci in modo particolare, alle prese con gli impegni verso la Casa ducale che li costringe a provvedere agli alloggiamenti delle truppe dirette verso l'alta valle di Susa impegnate in una ennesima guerra contro la Francia.
Il giorno 15 gennaio giungono da Ivrea due compagnie del Reggimento del Conte della Trinità. L'ordine del Comandante di guerra S.A. impone la fornitura di “utensili grossi e minuti, il fuoco comune, alloggio agli ufficiali e stalle per i cavalli”. In tale occasione, i soldati vennero suddivisi in 89 famiglie ed il 22, cinque contadini dovettero accompagnare le truppe nella tappa successiva con i loro carri per il trasporto del bagaglio pesante.
Gli alloggiamenti si susseguirono in quell'anno con sbalorditiva frequenza a volte per soli due o tre giorni a volte per periodi più lunghi e questo crea evidentemente un peso non indifferente per le famiglie costrette a provvedere a quanto occorre alle truppe. Si susseguono compagnie di cavalleria, fanti e granatieri, dall'8 all'11 giugno. Oltre ad un forte numero di soldati, si dovette provvedere all'alloggio di un “coronello” col suo seguito o col suo stato maggiore, si direbbe oggi e questo seguito era costituito da tre “gentili homini”, due camerieri, quattro staffieri, quattro palafrenieri ed un “cusinaro”.
[…] La compagnia del cap. Barbazza dovette essere spesata di una “cenata e una disnata” e tutto quanto provvisto, andava ad accumularsi ad un elenco di spese che, rimborsato nel limite del possibile dalla Comunità avrebbe dovuto essere risarcito dalle casse della Casa Ducale ma che invece, stando alle suppliche ripetute da parte di quest'ultima, bisogna dedurre che esse non avvenivano affatto.
[…] Il 9 marzo [1630] giungono 4 compagnie del Reggimento Chianale che vi si stabiliscono fino al 16 gravando notevolmente sui particolari alpignanesi che, solo in pane, fornirono ben 4532 razioni.
Il fronte era ancora andato arretrando, anche Avigliana era stata occupata dai francesi, che il 19 marzo avevano tentato con un colpo di mano di catturare il Duca Carlo Emanuele che col figlio Vittorio Amedeo si trovava in Rivoli. Gli eventi precipitavano, il nostro paese, da centro di retrovia, divenne paese conteso e, per arginare l'occupazione degli invasori che erano scesi lungo la sponda destra della Dora, costrinse il comando piemontese ad interrompere con una mina il nostro ponte sulla Dora. Il paese rimase così per metà in mano francese e metà in mano ai piemontesi che attestati nelle sponde del fiume cercarono di impedire l'investimento della città di Torino anche a nord-ovest.
Una saluto a tutti.
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